
Gli
obiettivi principali del prototipo saranno quelli di dimostrare la
qualità delle prestazione del sistema ottico di nuova generazione e
contribuirà alla costituenda realizzazione della nuova potente rete
di telescopi interconnessa “Cherenkov Telescope Array” (CTA).
L’obiettivo
del progetto CTA sarà lo studio dell’universo alle alte energie,
per mezzo della rivelazione dei fotoni gamma. Queste indagini
consentiranno di indagare i fenomeni astrofisici più violenti che
avvengono nel nostro universo, ma potrebbero anche portare a
informazioni preziose su aspetti ancora poco noti o addirittura
sconosciuti, come la natura della materia oscura, che costituisce la
maggior parte della materia esistente nel cosmo
L’Italia
ha partecipato al progetto con l’Istituto Nazionale di Fisica
Nucleare (INFN) e con l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF).
“L’INFN
ha giocato un ruolo fondamentale nella realizzazione di questo
prototipo del telescopio medio di CTA
– ha detto Nicola Giglietto, responsabile nazionale di CTA per
l’INFN e professore del Politecnico di Bari presso il Dipartimento
Interateneo di Fisica di Bari. “La
progettazione della camera di questi telecopi –
ha sottolineato - è
stata coordinata da Francesco Giordano e Riccardo Paoletti,
ricercatori INFN e professori rispettivamente presso le Università
di Bari e Siena. Anche i sensori ottici e l’elettronica di lettura
di sono stati realizzati in Italia. L’inaugurazione
del nuovo telescopio – ha
concluso Giglietto
- è il risultato di una intensa collaborazione italo-americana che
vede coinvolte diverse università americane, italiane e l’Istituto
Nazionale di Fisica Nucleare”.
Il
prototipo costituirà uno dei mattoncini della rete CTA, che sarà il
principale osservatorio globale per l’astronomia nel prossimo
decennio ed oltre.
Le
caratteristiche innovative di questi telescopi permetteranno a CTA di
migliorare drasticamente la qualità di immagini di grandi regioni di
cielo e di migliorare la rivelazione di sorgenti astronomiche deboli.
CTA
è un'iniziativa globale, che vede impegnati oltre 1.400 scienziati e
ingegneri di 31 paesi nello sviluppo scientifico e tecnico
dell'osservatorio di raggi gamma ad alta energia più grande e
sensibile al mondo, con circa 120 telescopi, di tre dimensioni
diverse, divisi tra due siti: uno nell’emisfero nord
all’Osservatorio di Roque de los Muchachos, e l'altro nell'emisfero
australe vicino al sito esistente dell'Osservatorio meridionale di
Paranal, in Cile.
I
telescopi, “Schwarzschild-Couder Telescope”, pSCT, sono telescopi
di media grandezza e, a differenza dei classici telescopi per raggi
gamma tradizionalmente costituiti da una singola superficie di
specchi, sono costituiti da due superfici di specchi. La prima
superficie è costituita da 48 specchietti asferici, mentre la
seconda da 24.
“Il
primo del suo genere nella storia dei telescopi a raggi gamma, il
design pSCT dovrebbe migliorare le prestazioni di CTA verso il limite
teorico della tecnologia adoperata, grazie anche all’impiego di
fotosensori innovativi made in italy”,
aggiunge il prof. Francesco Giordano del Dipartimento Interateneo di
Fisica, coordinatore nazionale della iniziativa pSCT.
L’osservatorio
CTA studierà sorgenti di raggi gamma astrofisiche nell'intervallo di
energia da 20 Giga-elettronVolt a 300 Tera-elettronVolt, con una
sensibilità circa dieci volte maggiore rispetto a qualsiasi
osservatorio mai costruito prima”.
Il
risultato della costruzione di questo prototipo è solo l’ultimo in
ordine di tempo dei successi che il gruppo di fisica
astroparticellare della sezione dell’INFN di Bari e del
Dipartimento Interateneo di Fisica può annoverare. Dipartimento che
vanta una pluridecennale esperienza, con partecipazioni in
collaborazioni internazionali coinvolte in esperimenti su missioni
spaziali, voli su palloni sonda e in laboratori sotterranei.
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