La
Puglia è la quinta regione d’Italia per numero d’attività
legate al gioco d’azzardo.
E’
quanto possiamo ricavare dai valori pubblicati qualche mese fa dalla
Camera di Commercio di Milano, Monza, Brianza e Lodi.
Stando
all’ente lombardo nel primo trimestre 2018 in Italia erano attive
11.139 imprese legate al gaming. Rispetto allo stesso periodo,
gennaio-marzo, del 2017 il dato era cresciuto di 721 unità in valori
assoluti e di un 6,9 in punti percentuale.
Quelle
operanti nella regione della pizzica risultavano 871,
praticamente il 7,8% del dato nazionale.
Davanti
si piazzavano soltanto la Campania con 2.261, la Lombardia con 1.301,
il Lazio con 1.238, e, infine, la Sicilia con 1.049.
Volendo
poi dare uno sguardo a ogni singola provincia scopriamo che… il
capoluogo regionale Bari e il suo hinterland ne contavano 410 (erano
391 nel 2017 facendo così registrare un + 4,9% nel passaggio da un
anno all’altro), mentre gli altri due gradini del podio erano
occupati da Lecce con 147 (131, + 12,2%) e Taranto con 146 (127, +
15,0%).
Fra
l’altro scorrendo da una classifica per regioni a una per province,
scopriamo che il capoluogo regionale occuperebbe la quarta piazza a
livello nazionale, superato per numero d’attività solo da Napoli
(1.307), Roma (904) e Milano (480), mentre il leccese e il tarantino
si piazzerebbero rispettivamente al dodicesimo e al quattordicesimo
posto.
Numeri
che però ci raccontano poco sul fronte del denaro speso.
Quest’ultimo
aspetto può essere indagato grazie al focus numero 6 pubblicato a
maggio 2018 dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio.
I
valori, in attesa di quelli riguardanti lo scorso anno, prendono a
riferimento il 2016, ma possono comunque fornire una fotografia del
fenomeno.
La
raccolta per ogni individuo adulto è stata pari a 1.300 euro annui.
Il 33,3% è andato in giochi di tipo tradizionale (lotterie, giochi a
totalizzatore, bingo), il 10,6% in scommesse (sportive oppure
ippiche), il 56,1% in quelli che vengono indicati come nuovi giochi
(una serie di passatempi fra cui le slot online, come quelle di
netbet.it,
ma anche gli AWP, le VLT e i giochi di carte non organizzati in
torneo). La spesa effettiva, sempre per individuo adulto (in altri
termini, la cifra rimasta agli operatori del settore dopo la
distribuzione delle vincite) è stata pari a 322 euro annui e ha
pesato per poco meno di un quarto (il 24,8%) sulle entrate
complessive.
Tanto
per fare un raffronto: le medie nazionali in raccolta e spesa sono
state pari a 1.475 e 355 euro annui.
E per
il 2018 cosa ci dobbiamo attendere?
Difficile
fare previsioni, soprattutto dopo i cambiamenti normativi intervenuti
quest’estate. Di sicuro alcuni indicatori
relativi al primo semestre dell’anno lascerebbero pronosticare
un’ulteriore crescita del settore.
Non
resta quindi che attendere ancora qualche mese.
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