
Quella
di Pietrangelo Buttafuoco è senza dubbio un’idea originale;
raccogliere in un solo libro tutte quelle vite che ad ognuno di noi
può capitare di incontrare per sbaglio e sul quale anche solo per un
attimo concentriamo la nostra attenzione. A chi di noi non è mai
capitato di incrociare lo sguardo di qualcuno e chiederci chi sia,
quale sia il suo nome, come sia la sua vita?
Per
un anno intero, Buttafuoco ha viaggiato ogni giorno come pendolare e
nel silenzio del viaggio ha rubato le storie dei viaggiatori come
lui; in metropolitana, in autobus, in autostrada, a Roma o all'estero
vengono ambientate queste piccole storie vissute ad ogni ora del
giorno da persone che per qualche ragione hanno colpito il suo
interesse e che, non sapendo il loro nome, lui rinomina come gli
viene in mente con i nome dei grandi personaggi storici, dei
protagonisti delle più belle storie d'amore, delle più immense
canzoni, persino, dei grandi simboli dalla mitologia mondiale,
tingendo qualcosa di profondamente comune con una grande sfumatura di
magia.
I
viaggiatori di Pietrangelo Buttafuoco sono quegli uomini e quelle
donne che si osservano e si desiderano in un treno; però non si
scambiano un indirizzo, un numero telefonico; quindi non
s’incontreranno più. “Nella
nostra condizione – afferma
l’autore
- di singoli atomi, proiettati nella vita quotidiana, nel camminare
nell'andare ognuno al proprio posto di lavoro e nel farsi carico di
tutta una giornata, quello che ti porti dietro, e che magari hai
lasciato nel cuscino coi sogni, è ciò che poi ti porta a smuovere
da dentro il sentimento del cercare. Per trovare gli altri. Quindi il
passaggio fondamentale, che poi è quello che mi ha acceso l'idea del
libro è il seguente: a) È molto più importante guardare che essere
guardati. b) È molto più importante amare che essere amati.”
Pasquale
De Santis
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