“Come accade ogni anno, denunciamo l’escalation dei
furti di acqua che causano un danno incalcolabile alle imprese agricole che, pur
avendo regolarmente prenotato e pagato la fornitura irrigua, si trovano a non
avere acqua a disposizione, proprio in un momento estremamente delicato per le
produzioni ortofrutticole, a partire da uva da tavola, meloni e angurie. Per
questo chiediamo al Prefetto di Taranto la convocazione urgente di un tavolo
tecnico per avere l’esatta conoscenza del fenomeno, dei suoi effetti e della
diversità e disponibilità di strumenti per intervenire. Nei primi 6 mesi del
2017 sono caduti
271 millimetri di pioggia, contro i 227 del 2016, con una
diminuzione del 16%. La provincia di Taranto è ciclicamente attanagliata dal
‘fenomeno siccità’ che obbliga ad un approccio straordinario, immediato e
strutturale. ”. E’ quanto chiede il Presidente di Coldiretti Taranto, Alfonso
Cavallo, in una lettera al Prefetto, con le campagne divenute una polveriera
per la mancanza di acqua.
La
prolungata e ricorrente siccità mette a rischio gli investimenti avviati per
l’annata agraria di ortaggi e frutta. Oltre a provocare un forte abbattimento
del reddito delle imprese agricole determina un’elevata perdita di economia
indotta. Si registra, infatti, una diminuzione secca delle giornate lavorative
offerte dall’agricoltura, ma anche una decisa contrazione della spesa a monte e
a valle del settore primario. La risposta a gravità così inusitate, sommate a
già avanzati processi di salinizzazione delle falde freatiche di interi
territori agricoli, non può essere confinata nei normali ed usuali strumenti
emergenziali.
“Oltre alle ortive, soffrono gli agrumeti, i vigneti di
uva da tavola e da vino. Se continua così troverà conferma il calo del 30% o più
– denuncia il Direttore di Coldiretti Taranto, Aldo De Sario - della
produzione di olive per carenza di acqua. La ricorrente siccità, sommata a già
avanzati processi di salinizzazione delle falde freatiche di interi territori
agricoli, va affrontata provvedimenti tempestivi e determinati. Per non parlare
della tropicalizzazione del clima che azzera in pochi attimi gli sforzi degli
agricoltori che perdono produzione e al contempo subiscono l’aumento dei costi a
causa delle necessarie risemine, ulteriori lavorazioni, acquisto di piantine e
sementi e utilizzo aggiuntivo di macchinari e carburante. Gli imprenditori si
trovano ad affrontare fenomeni controversi, dove in poche ore si alternano
eccezionali ondate di maltempo a caldo fuori stagione”.
Bari, 13 luglio 2017
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